La Violenza di Genere: definizione del Ministero dell’Interno Italiano – #IoL’8OgniGiorno

Sul sito del Ministero dell’Interno Italiano (Fonte) è scritto E’ “violenza contro le donne” ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà. Così recita l’art 1 della dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne” 

Quindi, dal mio punto di vista, è violenza contro le Donne anche la violenza effettuata negli Ospedali per opera di chi non si attiene ai procolli, anche effettuare una episiotomia non necessaria, evitabile e senza il consenso, o effettuare visite interne vaginali, violente ed abusanti o effettuar cesarei non necessari. Si veda la pagina Facebook della Campagna #Bastatacere che ad oggi conta 25.090 Like e l’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia (OVO). QUI è possibile denunciare anonimamente la propria esperienza di violenza ostetrica presso gli Ospedali o altri luoghi deputati ad accogliere la vita.

La gestione di OVOItalia è guidata da un Comitato Etico composto da: Elena Skoko, Alessandra Battisti, Michela Cericco, Eleonora Piras, Claudia Ravaldi, Giovanna Riso, Nadia Babani, Annalisa Melis, Luana Vignoli. Il Comitato Etico è gestito a titolo gratuito e volontario.

Senza contare che, molte donne, dietro le mura domestiche, subiscono violenza psicologica ed economica, talvolta senza sapere che la stanno vivendo. Questa è la violenza definita “invisibile” e io aggiungo “innominabile” perché non c’è consapevolezza.
Ringrazio tutte le donne coinvolte nel Comitato di cui sopra e soprattutto tutte le donne che coraggiosamente hanno mosso il primo passo per denunciare la violenza vissuta. Un primo atto di assunzione della propria ResPonsAbilità. Sono Fiduciosa che anche gli l’ha agita lo farà.
Anna Maria Ricci – L’Arte di Ascoltare (in) Italia

“Con l’espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalkingallo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso.
La legge contro la violenza di genere persegue tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime. Con l’introduzione nel 2009 del reato di atti persecutori-stalking, che si configurano in ogni atteggiamento violento e persecutorio e che costringono la vittima a cambiare la propria condotta di vita, fino alla legge sulle ‘Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere’, risultano infatti rafforzati la tutela giudiziaria e il sostegno alle vittime, una serie di aggravanti e la possibilità di permessi di soggiorno per motivi umanitari per le vittime straniere di violenza.

La normativa rientra interamente nel quadro delineato dalla Convenzione di Istanbul (2011), primo strumento internazionale giuridicamente vincolante ‘sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica’. L’elemento principale di novità è il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione. La Convenzione prevede anche la protezione dei bambini testimoni di violenza domestica e richiede, tra le altre cose, la penalizzazione delle mutilazioni genitali femminili.

Della raccolta e monitoraggio dei dati si occupa l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), organismo interforze Polizia-Carabinieri. Per le segnalazioni è attivo il 1522, il numero verde di pubblica utilità della Rete nazionale antiviolenza.
Sono in campo molteplici interventi: la tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica, le risorse per finanziare un Piano d’azione antiviolenza e la rete di case-rifugio, la formazione sulle tecniche di ascolto e approccio alle vittime, di valutazione del rischio e individuazione delle misure di protezione, i corsi sulla violenza domestica e lo stalking. Inasprita anche la disciplina penale con misure cautelari personali, un ampliamento di casi per le associazioni a delinquere, la tratta e riduzione in schiavitù, il sequestro di persone, i reati di terrorismo, prostituzione e pornografia minorile e contro il turismo sessuale.

Sui territori le prefetture promuovono, dove emergono i bisogni e le esigenze, iniziative di informazione e sensibilizzazione per combattere sul nascere la violenza di genere: formazione nelle scuole, corsi di formazione per gli operatori delle strutture sociosanitarie, per migliorare la prima accoglienza, forme di collaborazione con gli enti locali e le associazioni per potenziare l’accoglienza e il sostegno alle vittime, task force e gruppi di lavoro per pianificare le iniziative e divulgare le best practice.

Ultimo aggiornamento del documento del Ministero dell’Interno:  venerdì 14 ottobre 2016, ore 09:18

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