Abbraccio di Pedro Salinas da “Amore, mondo in pericolo”

“E la terza domanda te la feci

stando vicini, si, molto vicini.

Abbracciati eravamo.

Era abbraccio il nostro soffitto,

pareti e pavimento erano abbraccio,

di quel colore intenso

con cui dipinge tutto l’abbracciarsi.

Abbraccio fu la porta da cui entrammo.

La finestra era abbraccio.

La notte, i suoi prati,

il gregge di mansueti grattacieli

che brucavano stelle a crollo eretto,

lo vedevamo attraverso l’abbraccio.

La visione era l’abbraccio e udire abbraccio.

E i nostri sensi erano

talmente stretti gli uni contro gli altri

nell’offrire alla nostra unione le loro differenze,

che mai prima di allora videro

gli occhi quel che vide l’abbraccio.

Per questo io ti chiesi senza voce,

solo stringendo un po’ di più al mio petto

il tuo corpo che i cieli mi prestavano,

se tu sapevi scrivere

promesse coi tuoi occhi

e se nel primo foglio

del primo plico dell’aurora tu

mi volessi tacciare una parola

qualsiasi, per esempio “eterno”.

Avevo brama di sapere

qual è la tua scrittura quando l’anima scrive.

Ma tu non  mi hai risposto. Lo capisco.

Ti eri già addormentata sul mio petto,

e la domanda come un’ala si disfece

urtando contro gli occhi ormai serrati.

Qualcuna delle sue parole o piume

-promessa, aurora, eterno-ti sfioreranno

l’anima, sì ma con dolcezza tale

che tu, credendole

un sogno come tanti, senza domanda,

non hai pensato mai di rispondere a un sogno”.

Pedro Salinas “Amore, mondo in pericolo”

Free Ph. “Portrait” by Pixabay

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