In un
mo(n)do
o nell’altro
io e te
ci si
dovrà incontrare.
Con l’unica
certezza
che rimane
di non lasciarsi
andare.
Per la voglia di fuggire via
per rispetto
per chi crede ancora
alla magia.
Sono un uomo
che siede comodo
nella sua malinconia.
E che ogni tanto
scrive
quando
il mondo brucia
per la troppa frenesia.
Ma che bel
modo
hai
di essermi
di esserci.
Ma che bel
modo
sei
di vivermi
di viverci.
Ma tu lo sai
come si fa
a rimanere
soli tra le gente?
Quando ad ascoltare
non ce la fai
più.
Intendo
due
soli veramente.
Come si fa
a superare
la corrente
gelida
che scorre
tra ciò che è giusto
fare
e tutto ciò che serve
per cambiare?
A me piace sognare
soffro d’una
rara malattia
chiamata
ipotermia neurale.
Se non penso
io mi sento male.
Ma non stiamo qui a tergiversare.
Non ho più voglia
di parlare.
Vieni a respirare
qui con me.
Vienimi a trovare.
Con una scala
o una poesia
per poter
guardare fuori.
Ti parlerò
di libertà.
Io.
Ti vestirò
di fiori.
Dal Libro “Non ho ancora ucciso nessuno” (Miraggi Edizioni)
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