Oggi ho acquistato un vaso magico, che riempirò inserendovi bigliettini su cui scriverò i momenti felici della mia vita quotidiana, lo vedete nella foto che ho inserito come immagine di questo post. E’ blu, colore della spiritualità, e ha strisce dorate che lasciano immaginare una spirale che va verso l’alto. Il vaso non ha tappo, non è chiuso, ma lascia un’apertura, affinchè ciò che è contenuto ispiri l’esterno e anche il contrario, ossia che l’esterno influenzi l’interno.
L’idea – originale – è della scrittrice Elisabeth Gilbert, autrice del libro Mangia, Prega, Ama, da cui hanno tratto il film interpretato da Julia Roberts..
Io seguirò le sue indicazioni, e ho personalizzato questa pratica con alcune modifiche:
- intanto inserirò tutti i momenti felici della giornata
- scriverò i biglietti nel momento in cui sento quel tuffo al cuore, i brividi, le lacrime di gioia, insomma quando sentirò qualsiasi messaggio che il corpo mi invia e che mi indica che sto provando felicità
- leggerò i bigliettini ogni volta che mi andrà di farlo, non solo nei momenti meno belli o brutti
Oggi ne ho già inseriti tre, uno di questi l’ho provato leggendo le parole di Valentina Angelici, perchè ciò che ha scritto è lo specchio di ciò che sto vivendo in questo periodo, e che col suo permesso riporto qui: “Spirituale non è colui che parla e legge di spiritualità, spirituale è chi si scontra con il quotidiano e vi porta all’interno il divino espresso in atti di gentilezza”
La mia personale esperienza è di accoglienza del quotidiano. E allora mi scappa una poesia
Accolgo
il divino nel quotidiano
praticando atti di gentilezza
sentendo la felicità circolare
come una spirale nel corpo
e nello spirito.
Ringrazio mia figlia Laura, Valentina M. Angelici, Elisabeth Gilbert e anche Julia Roberts e i lavori che ho scelto di fare qui su questa terra.
Le Poesie di ADA
Link info sul Vaso della Felicità
Ph. Anna Maria Ricci
Già solo l’idea rasserena….
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Vero, figurati vedere il vaso, passarci davanti e vedere i fogliettini ripiegati ricordarti la felicità (come disse Marco Benigni, siamo noi a scordarcela, lei no…)
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